Turismo in Valsamoggia, Emilia Romagna
Turismo in Valsamoggia… una inaspettata offerta in una valle di bellezze tra Bologna e Modena.
Una varietà di natura, bio diversità in un “habitat cittadino” che forse, ha incominciato a capire cosa ha attorno il suo territorio.
Le città che si sono unite in unica amministrazione, hanno ritrovato quella visione turistica e di importanza ambientale che diventerà, nel bolognese, una realtà da imitare e da seguire.
Tra le bellezze della Valsamoggia, c’è la natura… Sembra di essere sulla tavolozza di un pittore impressionista. La fantasia è l’unico limite di chi visita questo territorio e del resto, ad occhi aperti, si vivono esperienze che passano dalla vista, agli odori, ai sapori, al clima.
Un angolo di un paradiso che fa della proposta di Turismo in Valsamoggia, una offerta molto ampia di cultura enogastronomica, ambientale/faunistica di cultori del bello e della natura, una meta immancabile per “assaggiare” il territorio.
Più bella la Valsamoggia che la Toscana
Spesso vedo fotografie di professionisti e di appassionati della Valsamoggia, non è raro leggere l’eterno paragone con la Toscana; scusate il mio dire, ma davvero parliamo di territori tanto differenti.
Non credo di essere di parte, ma il bello è bello e indubbiamente non si può dire che la Toscana non sia bella, ma questo territorio in Emilia Romagna e tutti i piccoli centri che ne fanno parte, sono una realtà davvero differente dove lo sfruttamento boschivo, delle coltivazioni, urbanizzazione faunistico/venatorie, hanno caratteristiche talmente differenti che io faccio fatica a immaginare in competizione con toscane realtà.
Sarà che io vivo in questi territori da quasi venti anni, ma posso dire di aver girato l’Italia e non solo, Valsamoggia è un bene particolarissimo, speriamo che ci sia sempre coscienza di questo territorio e l’importanza che ha oggi per il futuro delle prossime generazioni.
Non ci sei ancora stato? Non hai idea della proposta di Turismo in Valsamoggia?
Vieni a vedere le bellezze di questo territorio, c’è da stupirsi!