Il Parco dei Gessi di San Lazzaro di Savena
La depressione, la valle che si vede, porta a convogliare l’acqua in un fiume sotterraneo che è possibile vedere solo entrando nella grotta della Spipola del Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa.
Anche il percorso circostante non è affatto male, ovvio che in condizioni di umido, bagnato, non è sempre facile girare tra gessi e piccoli boschetti. Ma di sicuro l’incontro con lepri, daini e talvolta anche cinghiali, ripagano l’attento visitatore.
Possibile anche vedere dei ghiri, sono di casa il gheppio e non mancano di certo i rapaci notturni come anche i pipistrelli che hanno come casa, la signora grotta della Spipola che è chiusa al pubblico, ma aperta a questi animali bellissimi.
Un angolo di Bologna davvero intrigante, un parco naturale che renderebbe felice qualsiasi fotografo in qualsiasi condizione di luce e in tutto l’anno; si è sempre ripagati quando si osserva e si rispetta la natura cercandone di preservare la bellezza e la sua unicità.
Suggestiva è la fotografia “Panoramica” (composta da più fotografie singole) della “dolina” del Parco.
Calanchi dell’Abbadessa
Esistono percorsi, eventi e passeggiate organizzate, ma c’è da fare attenzione, è un posto che merita il rispetto del visitatore, tutelare queste aree è sempre più importante per il futuro del nostro territorio.
Il bello di questo parco è proprio la sua forma. La strada è visibile da valle perché su un ciglio è fatta da cipressi ed è il limite naturale della dolina. Quindi è possibile vedere dall’alto il centro di questa depressione o avventurarsi per i suoi percorsi interni.
Con la nebbia e prossimi al calar delle tenebre, il contrasto con il giallo e il marrone della vegetazione che indica l’arrivo del’inverno, è suggestivo perdersi in condizioni di “vedo non vedo” con i colori che traspaiono da ombre e variazioni d’intensità di grigio e di bianco dato dalla nebbia e dagli sfondi.
Tra ombre, diagonali, animali, vegetazione, il mondo sembra un poco più bello e poco importa che ci sia nebbia o che faccia bello, essere “osservatori” di posti come questo, è già essere molto fortunati. Rispettarli e tutelarli, beh che dire, aspettiamo primavera per documentare l’evoluzione della natura con il nuovo vestito!